Trial randomizzato di restrizione calorica a basso contenuto di grassi con alto contenuto di proteine versus alto contenuto di carboidrati, nell’obesità grave

A cura di: Antonino Faillaci – UOL Trapani

Fonte: Dalle Grave R, Calugi S, Gavasso I, El Ghoch M, Marchesini G. A randomized trial of energy-restricted high- protein versus high-carbohydrate, low-fat diet in morbid obesity. Obesity (Silver Spring). 2013 Sep;21(9):1774-81.

Le diete a basso contenuto di grassi, alto contenuto di carboidrati e ipocaloriche rappresentano l’approccio dietetico raccomandato per il trattamento dell’obesità perché facilita- no la restrizione energetica e migliorano i fattori di rischio cardiovascolare. Questa raccomandazione è stata recente- mente contestata da studi randomizzati che hanno dimostrato che le diete con un contenuto inferiore di carboidrati e un maggiore apporto dietetico di proteine rispetto ai carboidrati, possono produrre una maggiore perdita di peso a 6 mesi. Tuttavia, a lungo termine (1-2 anni) la perdita di peso è modesta con entrambi gli approcci, e i vantaggi delle diete a basso apporto di carboidrati sulla perdita di peso non sono universalmente dimostrati. Inoltre lo scarso utilizzo di procedure comportamentali per migliorare l’aderenza alle diete a basso contenuto calorico è stato riconosciuto come motivo principale dei risultati insoddisfacenti in entrambi gli approcci.

Il presente studio ha lo scopo di confrontare gli effetti a lungo termine (1 anno) di una dieta ipocalorica ad alto contenuto di proteine (HDP) e di una dieta ipocalorica ad alto contenuto di carboidrati (HCD) in individui con obesità di classe II e III. Per aumentare la compliance alle diete tutti i partecipanti sono stati ricoverati per un periodo di 3 setti- mane e sono stati poi seguiti per 48 settimane, nelle quali hanno associato al percorso di perdita di peso un intervento di terapia cognitivo-comportamentale (CBT). Le principali misure di esito considerate sono: il peso, i fattori di rischio cardiovascolare e le variabili psicosociali.

Il trial randomizzato ha reclutato 88 partecipanti con obesità grave (età media, 46,7; BMI medio, 45,6) e ha valutato gli effetti a lungo termine di due diete ipocaloriche (1200 kcal al giorno per le donne e 1500 kcal per gli uomini; 20% di energia derivante dai grassi, < 10% grassi saturi) a differente contenuto di carboidrati e di proteine. HPD prevedeva che il 34% di energie derivasse dalle proteine e il 46% dai carboidrati, mentre HCD il 17% dalle proteine e il 63% dai carboidrati. Il programma si è svolto in due fasi: (1) trattamento ospedaliero riabilitativo (tre settimane), durante il quale i partecipanti hanno effettuato 15 gruppi di CBT (5 alla settimana), condotti da medici, dietisti e psicologi, 18 sessioni di esercizi aerobici (per esempio, 30 minuti di tapis roulant o cyclette) e 6 sessioni di esercizi calistenici sotto la guida di fisioterapisti.; (2) trattamento ambulatoriale che comprendeva 12 sedute di 45 minuti ciascuna, in 48 settimane con un dietista formato nella CBT. Le prime 4 sedute sono state effettuate ogni 2 settimane, poi 4 sedute ogni 4 settimane e infine 4 sedute ogni 6 settimane. Inoltre tutti i partecipanti hanno ricevuto un manuale CBT (Dalle Grave R. Perdere e mante- nere il peso. Positive Press, 2011), per migliorare l’aderenza alla modificazione dello stile di vita, e un contapassi.

I risultati ottenuti dal trial sembrano essere molto solidi. Il dato principale di questo studio è che la perdita di peso dopo un anno, in chi ha completato il trattamento, è stata di circa il 15% senza differenze significative tra i gruppi HPD e HCD. Questi dati confermano uno studio precedente che di- mostra come qualsiasi differenza di aderenza alla dieta possa essere superata da un intervento di modificazione dello stile di vita basato sulla CBT e suggeriscono che le due diete possono essere utilizzate in associazione alla CBT per ottenere una perdita di peso a lungo termine. Altro importante risultato dello studio è il basso tasso di abbandono (simile nei due gruppi: HPD 25,6%, HCD 17,8%) rispetto a programmi di perdita di peso standard nella comunità, dove il tasso di abbandono supera abitualmente il 50%.

Importanti miglioramenti si osservano in entrambe le diete sulla pressione arteriosa, trigliceridi, colesterolo totale, LDL e HDL, glucosio e i livelli di insulina. Questo sostiene l’ipotesi che un diverso contenuto di carboidrati e proteine, in presenza di un identico basso contenuto di grassi, non ha importanti effetti sui fattori di rischio cardiovascolari, in- dipendentemente dalla perdita di peso. Entrambi i gruppi hanno, inoltre, ottenuto miglioramenti significativi nei punteggi dei test che valutano la depressione, l’ansia, gli episodi bulimici e l’insoddisfazione corporea.

I punti di forza dello studio sono: un periodo lungo di trattamento, un campione composto da uomini e donne con obesità grave e l’elevata aderenza alla dieta.
Le limitazioni principali sono: il setting molto particolare, che include un periodo iniziale di ricovero raramente utilizzato per il trattamento dell’obesità e che rende difficile estendere i risultati a setting più generali; mancanza di marcatori urinari per valutare l’aderenza alla dieta; un basso potere statistico che impedisce di rilevare piccole differenze nella perdita di peso.

In conclusione, il contenuto di carboidrati e proteine nel- la dieta, quando combinata con una CBT per la perdita di peso, non influenza la perdita di peso nei pazienti con obesità grave, se la quantità di grasso ed energia sono mantenuti costanti. Inoltre, la perdita di peso, ottenuta con entrambe le diete, è associata a miglioramenti nei fattori di rischio cardiovascolare e nel funzionamento psicologico. Da un punto di vista generale, la proporzione di proteine e carboidrati contenuta nella dieta, quando ipocalorica e a basso contenuto di grassi per contrastare i fattori di rischio cardiovascolare, può essere lasciata alla scelta e al gusto dei pazienti.