Le aspettative di perdita di peso e la soddisfazione per il peso perso influenzano rispettivamente la perdita e il mantenimento del peso

Riccardo Dalle Grave

Il trattamento dell’obesità è ostacolato da una complessa interazione di fattori ambientali, biologici, comportamentali e cognitivi solo parzialmente noti. Inoltre, i benefici per la salute che derivano dalla perdita di peso dipendono soprattutto dal mantenimento del peso perso, ma purtroppo molte persone che hanno inizialmente successo nell’ottenere un calo ponderale non è in grado di mantenerlo a lungo termine.

L’osservazione che un ampio numero di persone riesce a mantenere il peso perso nonostante la pressione ambientale e biologica a recuperare il peso, come dimostrato dai recenti trial di perdita di peso basati sulla modificazione dello stile di vita, indica che alcuni meccanismi cognitivi che influenzano i cambiamenti della dieta e dell’attività fisica possono svolgere un ruolo determinare nell’influenzare la perdita e il mantenimento del peso.

Due fattori cognitivi potenzialmente associati con la perdita e il mantenimento del peso, cioè le aspettative di perdita di peso e la soddisfazione nei confronti del peso perso, sono già stati studiati in dettaglio, ma i risultati raggiunti sono conflittuali. Alcuni studi hanno trovato un’associazione tra più elevate aspettative di perdita di peso e maggiore perdita di peso, mentre altri non hanno trovato alcuna relazione tra queste due variabili.

Uno studio italiano randomizzato e controllato, condotto presso l’Unità di Riabilitazione Nutrizionale della Casa di Cura Villa Garda e recentemente pubblicato sul Journal of the Academy of Nutrition and Dieteticsha valutato l’influenza delle aspettative di perdita di peso sulla perdita di peso e della soddisfazione per il peso perso nel mantenimento del peso. Lo studio ha confrontato due tipi di diete ipocaloriche (una ad alto contenuto proteico e una ad alto contenuto di carboidrati) associate con la terapia cognitivo-comportamentale in 88 pazienti affetti da obesità grave (età media 46,7 anni; BMI medio 45,6 kg/m2). Il trattamento ha avuto una durata 51 settimane ed è stato suddiviso in due fasi: (i) fase di perdita di peso (3 settimane di trattamento ospedaliero e 24 settimane di trattamento ambulatoriale) e (ii) fase di mantenimento del peso (24 settimane di trattamento ambulatoriale). Il peso corporeo è stato valutato prima del trattamento e dopo 3, 27 (fine della fase di perdita di peso) e 51 settimane (fine della fase di mantenimento del peso). Le aspettative di perdita di peso sono stati valutate all’inizio del trattamento e la soddisfazione per il peso perso è stata valutata dopo 27 settimane. I due gruppi avevano  aspettative di perdita di peso e soddisfazione per il peso perso simili e per tale motivo  sono stati raggruppati i loro risultati. Lo studio ha avuto quattro risultati principali.

Primo, i più elevati obiettivi di perdita di peso in chili, ma non la perdita di peso percentuale necessaria per raggiungere tali obiettivi, sono associati a una maggiore perdita di peso.  Questo dato conferma sia i risultati di altri studi che hanno mostrato un’associazione tra più elevate aspettative di perdita di peso e peso perso e di uno studio in cui è stato osservato che le maggiori aspettative di perdita di peso, ma non la percentuale di aspettativa di perdita di peso, sono predittori del calo di peso.

Secondo, non si è osservata alcuna correlazione tra gli obiettivi di perdita di peso attesi e il tasso di abbandono del trattamento. Ciò conferma i dati dei trial clinici controllati, ma è in netto contrasto con i risultati degli studi osservazionali eseguiti nel mondo reale, in cui è stata riportata un’associazione tra elevati obiettivi di perdita di peso attesi e drop-out. Un risultato originale dello studio è che solo la percentuale di perdita di peso persa necessaria per raggiungere un peso sognato o felice, ma non quella per raggiungere un peso accettabile e insoddisfacente, si associa al drop-out. Questo dato indica che l’interruzione del trattamento è dovuta in gran parte agli obiettivi di perdita di peso più impegnativi che sono raramente raggiunti dai trattamenti basati sulla modificazione dello stile di vita.

Terzo, il tipo di dieta non ha influenzato la soddisfazione per il peso perso. Secondo gli autori dello studio questo è un dato originale perché non ci sono altri studi precedenti che abbiano indagato tale associazione.

Quarto, la soddisfazione con il peso perso e il peso perso sono predittori indipendenti del mantenimento del peso, un dato già osservato in studi precedenti. Gli autori hanno ipotizzato i seguenti due possibili meccanismi per spiegare tali associazioni:

  1. La soddisfazione per il peso perso, che nell’analisi correzionale è legata al raggiungimento di un maggiore calo di peso, potrebbe determinare una maggiore aderenza ai comportamenti che favoriscono il mantenimento del peso a lungo termine. Questa ipotesi è supportata dai dati di tre studi. Uno studio retrospettivo qualitativo in cui si è osservato un alto grado di insoddisfazione con il peso corporeo raggiunta con il trattamento nei pazienti che hanno recuperato il peso, ma non in quelli che lo hanno mantenuto. Uno studio longitudinale in cui si è trovato che la soddisfazione per il peso raggiunto è stata correlata con un migliore mantenimento del peso. Infine un trial clinico, in cui gli autori sperimentalmente hanno manipolato le aspettative dei partecipanti in un programma di perdita di peso (per es. chiedendo a un gruppo di partecipanti di concentrarsi solo gli aspetti positivi della perdita di peso e a all’altro gruppo sia sugli aspetti positivi e aspetti negativi), ha trovato che la soddisfazione per il peso perso si associa con il successo nel mantenimento del peso.
  2. I pazienti con un più alto tasso di aderenza alla dieta sono essere più soddisfatti della perdita di peso raggiunta e tendono a percepire il vantaggio di aderire a strategie comportamentali finalizzate a promuovere il controllo del peso durante la fase di mantenimento. Questo meccanismo è supportato da studi che hanno trovato una relazione consistente tra aderenza e successo nella perdita e nel mantenimento del peso.

I risultati dello studio di Villa Garda hanno delle implicazioni cliniche. All’inizio del trattamento non sembra esserci alcuna ragione per incoraggiare i pazienti a porsi obiettivi modesti di perdita di peso, perché gli obiettivi di perdita di peso più elevati sembrano promuovere un maggiore calo ponderale. Questa indicazione è sostenuta anche dall’associazione positiva osservata tra la soddisfazione per il peso perso, la quantità di peso perso e il mantenimento del peso. L’associazione tra la maggiore percentuale di peso sognato e felice con l’interruzione del trattamento suggerisce però di prestare sempre attenzione alle aspettative di perdita di peso più impegnative da raggiungere. In questi casi, piuttosto che scoraggiare i pazienti a porsi questi obiettivi all’inizio della terapia, perché potrebbero influenzare negativamente l’entità del calo ponderale, può essere più utile focalizzarli sugli obiettivi a breve termine raggiungibili (per es. un calo di peso settimanale di 0,5-1 kg) per ridurre il rischio di interruzione del trattamento e poi aiutarli ad accettare positivamente il peso raggiunto, apprezzando i benefici ottenuti, quando la perdita di peso inizia a rallentare.

Fonte: Calugi S, Marchesini G, El Ghoch M, Gavasso I, Dalle Grave R. The Influence of Weight-Loss Expectations on Weight Loss and of Weight-Loss Satisfaction on Weight Maintenance in Severe Obesity. Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics. 2016 Oct 22. pii: S2212-2672(16)31069-3. doi: 10.1016/j.jand.2016.09.001 PubMed Abstract

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