Il disturbo da binge-eating è una forma di dipendenza?

A cura di: Riccardo Dalle Grave

Alcune ricerche hanno evidenziato delle comunanze nei processi neurobiologici della ricompensa (reward) tra le persone che hanno episodi bulimici e quelle con disturbo da uso di sostanze. In particolare, si è osservato un aumento modesto dell’incremento della dopamina sia negli individui che abusano di cocaina e alcol, in seguito all’assunzione di queste sostanze, sia in alcuni individui con obesità dopo l’assunzione di cibo. Inoltre, i recettori dopaminergici D2 sembrano essere diminuiti sia nella dipendenza di sostanze sia in alcuni individui con obesità. Queste scoperte hanno portato a proporre che gli individui con obesità e disturbo da binge-eating soffrano di dipendenza da cibo (1). Secondo questa teoria negli individui sani il sistema della ricompensa sarebbe normalmente autoregolato in modo tale da permettere un controllo inibitorio appropriato verso il consumo di sostanze o di cibo. In contrasto, negli individui in cui questo sistema è sregolato si verificherebbe una tendenza ad avere meno controllo nei confronti dell’assunzione delle sostanze o del cibo per un deficit di ricompensa.

Alcuni teorici e ricercatori hanno però criticato questa teoria per i seguenti motivi principali:

  • Le persone con disturbo da alimentazione incontrollata non consumano particolari classi di alimenti (2). Se l’episodio bulimico fosse una forma di dipendenza dovrebbe caratterizzarsi dal desiderio e dal consumo di specifici alimenti. Questo però non accade nelle persone con disturbo da alimentazione incontrollata, dove l’aspetto caratteristico dell’episodio bulimico è la quantità di cibo assunta non quello che viene mangiato.
  • Gli individui che si abbuffano hanno una continua spinta ad evitare l’episodio bulimico. Al contrario, una delle maggiori difficoltà nel trattamento della dipendenza da sostanze è motivare gli individui a cercare di evitare l’uso della sostanza.
  • Gli individui che  si abbuffano spesso adottano una dieta ferrea per perdere peso  la quale aumenta la vulnerabilità ad avere episodi bulimici. Al contrario, gli individui con disturbo da uso di sostanze e di alcool non sono vulnerabili all’abuso di queste sostanze quando cercano di non assumerle.
  • Il disturbo da alimentazione incontrollata è causato dall’interazione di numerosi fattori di rischio sociali e psicologici e non da fattori esclusivamente associati alla nutrizione (3). Questo indicherebbe che gli episodi bulimici sarebbero più una modalità usata per modulare le emozioni negative e lo stress piuttosto che la conseguenza della dipendenza nei confronti del cibo.
  •  La relazione tra abbuffate e uso di sostanze non è specifica. Il tasso di abuso di sostanze e di alcool negli individui che si abbuffano è più elevato rispetto alla popolazione, ma simile agli individui con altri disturbi psichiatrici. Allo stesso modo, il tasso di episodi bulimici è più elevato negli individui con abuso di alcool e sostanze, ma è simile a quello degli individui con altri disturbi psichiatrici. Anche la più elevata presenza di abuso di sostanze nei familiari degli individui che si abbuffano non è superiore a quella osservata in altri disturbi psichiatrici. Infine, sebbene sia stato osservato che i problemi alimentari precedano l’abuso di alcool (insorgono a un’età più precoce), i dati sul trattamento indicano che quelli che interrompono le abbuffate non le sostituiscono con l’abuso di alcool (4).
  • I dati sulla riduzione dei recettori dopaminergici D2 negli individui obesi e quelli degli studi di brain imaging che presentano, stimoli alimentari ai partecipanti con e senza disturbo da alimentazione sono inconsistenti (5).
  • Il concetto di “dipendenza dal cibo” non ha alcuna utilità clinica. L’adozione del concetto di dipendenza non ha alcun effetto sulla perdita di peso e sull’interruzione del trattamento (6), in particolare quando il decremento ponderale è controllato per la presenza degli episodi bulimici (7)
  1. Avena, N. M., Rada, P., & Hoebel, B. G. (2008). Evidence for sugar addiction: Behavioral and neurochemical effects of intermittent, excessive sugar intake. Neuroscience and Biobehavioral Reviews, 32, 20–39.

  2. Wilson, G.T. (2010). Eating Disorders, Obesity and Addiction. European Eating Disorders Review, 18, 341–351.

  3. Benton, D. (2010). The plausibility of sugar addiction and its role in obesity and eating disorders. Clinical Nutrition, 29, 288–303.

  4. Fairburn, C.G. (2013). Overcoming binge eating (Second Edition). Guilford: New York

  5. Ziauddeen, H., I. Farooqi, S.,  Paul C. Fletcher, P.C. (2012). Obesity and the brain: how convincing is the addiction model? Naature Reviews 13:279-286

  6. Lent MR, Eichen DM, Goldbacher E, Wadden TA, Foster GD (2014) Relationship of food addiction to weight loss and attrition during obesity treatment. Obesity 22 (1):52-55.

  7. Burmeister JM, Hinman N, Koball A, Hoffmann DA, Carels RA (2013) Food addiction in adults seeking weight loss treatment. Implications for psychosocial health and weight loss. Appetite 60 (1):103-110.