L’intervento di perdita di peso basato sulla modificazione dello stile vita riduce gli eventi cardiovascolari nei pazienti con buone condizioni di salute. Dati dal Look AHEAD trial

A cura di Riccardo Dalle Grave
L’Action for Health in Diabetes (Look AHEAD) trial ha esaminato se la morbilità e la mortalità a lungo termine per le malattia cardiovascolari potrebbero essere ridotte attraverso un intervento di perdita di peso basato sulla modificazione dello stile di vita che usa strategie e procedute cognitivo comportamentali (CBT) nelle persone con diabete di tipo 2. Nonostante lo studio non abbia trovato in media una riduzione significativa degli eventi cardiovascolari, è possibile che alcune sottopopolazioni abbiano potuto trarre dei benefici dell’intervento.
In un recente studio pubblicato online il 12 luglio 2017 su Lancet Diabetes & Endocrinology è stata effettuata un’analisi post-hoc che esaminiamo l’ipotesi se l’effetto globale neutrale del trattamento sugli eventi cardiovascolari abbia mascherato importanti effetti eterogenei di trattamento (HTEs) dell’intervento intensivo di perdita di peso. Gli autori hanno utilizzato la metodologia del “causal forest modelling”, che identifica gli HTEs, usando la metà causale dei dati del trial (il training set) e hanno applicato i modelli Cox proportional hazards per testare i potenziali HTEs sulla rimanente metà dei dati (il set di test).
Tra il 22 agosto 2001 e il 30 aprile 2004, 5.145 pazienti con diabete di tipo 2 sono stati reclutati nel trial controllato randomizzato Look AHEAD, di questi 4,901 sono stati inclusi nell’Istituto National Institute of Diabetes and Digestive and Kidney Diseases Repository e valuati in questa rianalisi dei dati: 2.450 per lo sviluppo del modello e 2.451 nel dataset testato.
L’emoglobina glicata (HbA1c) e la salute generale auto riferita hanno distinto i partecipanti che hanno beneficiato dell’intervento in modo differenziato. I modelli Cox per l’esito cardiovascolare composito primario (morte per malattie cardiovascolari, infarto miocardico non fatale, ictus non fatale, ospedalizzazione per angina) hanno rivelato che è necessario trattare 28,9 pazienti per prevenire un evento cardiovascolare in 9,6 anni tra partecipanti (86% del campione) che avevano valori HbA1c maggiore o uguale a 6,8% o con HbA1c inferiore a 6,8% e un punteggio maggiore o uguale a 48 alla scala della salute generale del Short Form Health Survey (SF-36). In particolare, in questo gruppo di partecipanti si è trovata una riduzione assoluta del rischio composito di eventi cardiovascolari del 3,46%. Al contrario, i partecipanti con HbA1c inferiore al 6,8% e un punteggio alla scala della salute generale dell’SF-36 inferiore a 48 (14% del campione) hanno avuto un aumento del rischio assoluto di eventi cardiovascolari del 7,41%. Quest’ultimo sottogruppo ha riportato anche una quantità significativamente inferiore in minuti di esercizio fisico sia nei primi 6 mesi dell’intervento sia negli ulti 6 mesi (-495 minuti e – 924 minuti, rispettivamente) rispetto al primo gruppo. Nel primo sottogruppo è stato anche evidenziato un miglioramento dell’HbA1c, della pressione arteriosa e della salute mentale auto-riferita rispetto al secondo gruppo.
I risultati di questo studio, sebbene siano difficili da interpretare perchè il buono stato di salute basale potrebbe aver favorito la migliore aderenza al programma di modificazione dello stile di vita dei partecipanti e un più favorevole miglioramento della salute e che il più basso valore di HbA1c potrebbe essere un marcatore di diabete meno grave o di migliore aderenza al trattamento (ipotesi però non supportata dalla mancanza di significative differenze nella compliance o dei fattori di rischio metabolico tra i due gruppi), hanno implicazioni per la ricerca e la clinica Per quanto riguarda la ricerca la metodologia guidata da dati usata dagli autori ha evidenziato che si possano rilevare delle importanti relazioni tra gli interventi, gli esiti e i sottogruppi dei partecipanti che possono contribuire a completare le ipotesi sui sottogruppi pre-registrate dagli esperti. Per quanto riguarda le implicazioni cliniche lo studio indica che un intervento di perdita di peso basato sulla modificazione dello stile di vita ottiene importanti benefici sulla salute e una riduzione significativa degli eventi cardiovascolari nel sottogruppo con diabete di tipo 2 moderatamente o debolmente controllato o con diabete ben controllato e buona salute riportata: un sottogruppo che potrebbe essere facilmente identificato con il dosaggio dell’ HbA1c e un breve questionario sulla salute generale.

Fonte: Baum, A., et al. (2017). “Targeting weight loss interventions to reduce cardiovascular complications of type 2 diabetes: a machine learning-based post-hoc analysis of heterogeneous treatment effects in the Look AHEAD trial.” Lancet Diabetes Endocrinol.