Il Chief Medical Officer del National Health Service Inglese raccomanda la CBT-E per la cura dei disturbi dell’alimentazione

 

FairburnPer leggere l’articolo originale in inglese nel sito della Wellcome Trust clicca qui

I pazienti che soffrono di disturbi dell’alimentazione – ovunque essi vivano e indipendentemente dalla loro età o diagnosi specifica – dovrebbero avere rapido accesso a un nuovo trattamento presso il  National Health Service (NHS) inglese, secondo una recente raccomandazione del Chief Medical Officer, che si propone di affrontare il crescente problema dei disturbi dell’alimentazione, come l’anoressia nervosa e la bulimia nervosa.

Il trattamento, chiamato terapia cognitivo-comportamentale migliorata o ‘CBT-E‘, è stato sviluppato con un finanziamento a lungo termine del Wellcome Trust presso lil Centre for Research on Eating Disorders del’Università di Oxford Centre. La CBT-E è il primo trattamento per i disturbi dell’alimentazione a mostrare risultati positivi per i pazienti di tutte le età e diagnosi.

Oggi, nelle sue raccomandazioni chiave per il NHS, che accompagnano la relazione annuale del 2015 dal titolo “Health of the 51%: Women” il Chief Medical Officer ha detto che l’NHS inglese dovrebbe commissionare servizi per fornire la CBT-E ai pazienti.

Nel Regno Unito si stima che almeno 725.000 persone soffrano di disturbi dell’alimentazione, di cui circa il 10% sono maschi e il 90% sono di sesso femminile. Le cifre pubblicate nel 2014 dall’Health and Care Information Centre hanno mostrato che c’è stato un costante aumento dei ricoveri ospedalieri a causa dei disturbi dell’alimentazione dal 2005-6, con un incremento di circa il 7% ogni anno.

La CBT-E è il prodotto di un programma esteso di ricerca clinica finanziata dal Wellcome Trust. Negli ultimi 15 anni, una serie di studi randomizzati controllati per valutare il suo potenziale uso come trattamento sono stati effettuati nel Regno Unito, Australia, Danimarca, Germania, Italia e Stati Uniti.

La Wellcome Trust ha anche supportato una nuova forma di formazione on-line sulla CBT-E per i terapeuiti per  in modo che il trattamento possa essere implementato rapidamente. In passato la lenta formazione dei terapeuti è stata uno dei principali ostacoli all’implementazione di nuovi trattamenti psicologici. Usando questo nuovo metodo, più di 700 terapeuti in tutto il mondo hanno ricevuto una formazione centrata sul web nella CBT-E negli ultimi 18 mesi.

Il professor Christopher Fairburn, che ha sviluppato il trattamento presso il Centre for Research on Eating Disorders delll’Università di Oxford, e che ha lavorato in questo campo da oltre 30 anni, ha dichiarato: “Per la prima volta c’è un unico trattamento efficace che funziona in tutti i disturbi del’lalimentazione – tra cui l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il disturbo da binge-eating – e in tutti i gruppi di età. Il trattamento semplificherà il lavoro dei medici e porterà al miglioramento della salute dei pazienti”.

Il Dr John Isaac, capo del Neuroscience and Mental Health al Wellcome Trust, ha dichiarato: “I disturbi dell’alimentazione  possono essere devastanti e preoccupanti, stiamo assistendo a un costante aumento del numero di pazienti che ne sono affetti. La CBT-E è una potente dimostrazione di come un attento sviluppo di nuove terapie psicologiche, supportate da studi clinici su larga scala, sia in grado di portare il trattamento a un  ampio numero di pazienti. Mi auguro che l’introduzione di questo nuovo servizio potrà fare la differenza per la vita dei pazienti”.

Lorna Garner, Chief Operating Officer di Beat, un gruppo caritatevole che sostiene le persone affette da disturbi dell’alimentazione, ha detto: “Beat da tempo sta facendo una campagna per i pazienti con disturbi alimentari affinché abbiano accesso tempestivo alle terapie che hanno evidenza di efficacia. Siamo molto incoraggiati da questa raccomandazione del Chief Medical Officer che, se attuata avrà un impatto drammatico e positivo su una percentuale molto elevata di persone affette da disturbi dell’alimentazione. I dati a disposizione dimostrano che l’intervento precoce ha non solo il miglior risultato per i pazienti, ma ha anche un impatto molto positivo sull’economia e sulla società nel suo complesso”.