Dipendenza dal cibo: disturbo specifico o concetto privo di significato clinico?

A cura di: Riccardo Dalle Grave, Direttore scientifico AIDAP

Fonte: Long CG, Blundell, Finlayson G. A Systematic Review of the Application And Correlates of YFAS-Diagnosed ‘Food Addiction’ in Humans: Are Eating-Related ‘Addictions’ a Cause for Concern or Empty Concepts? Obes Facts. 2015 Dec 4;8(6):386-401.

La proposta dell’esistenza della cosiddetta “dipendenza da cibo” (food addiction) ha stimolato alcune recenti ricerche e discussioni nella letteratura scientifica, ma i dati disponibili sono controversi e l’opinione dei clinici e ricercatori è divisa.

Long, Blundell e Finlayson dell’Università di Leeds (UK) hanno recentemente eseguito una revisione sistematica sulla dipendenza da cibo, come definita dalla Yale Food Addiction Scale (YFAS), di 40 studi sperimentali sugli esseri umani pubblicati dopo il 2009. La YFAS è uno strumento self-report di 25 item che si basa sui sette criteri sintomatici per dipendenza da sostanze definiti dal DSM-IV-TR, incluso due item che valutano la presenza di danno clinico significativo clinica o disagio derivante dall’alimentazione in eccesso. Una diagnosi dicotomica di dipendenza da cibo si applica quando sono presenti almeno tre criteri sintomatici e un danno clinico significativo. In alternativa, può essere misurato un conteggio dei sintomi da 1 a 7 per valutare la gravità della sintomatologia presente.

I risultati della revisione indicano che i dati a sostegno dell’ipotesi che la dipendenza da cibo sia una malattia neurobiologica, come i disturbi da uso di sostanze, sono molto limitati. In particolare, il punto non ancora chiarito è se gli individui che soddisfano i criteri YFAS per la diagnosi di food addiction siano veramente dipendenti dal cibo e se sperimentano un danno clinico significativo nelle aree del benessere psicologico e della qualità della vita, come accade nei disturbi da uso di sostanze clinicamente riconosciuti.

La revisione ha evidenziato che una diagnosi positiva di dipendenza dal cibo determinata dalla YFAS si associa positivamente con il BMI e le abbuffate, anche se ci delle eccezioni, mentre i dati disponibili sulla capacità della YFAS di valutare una relazione tra danno clinico significativo e assunzione di cibo sono pochi. Questo perché i ricercatori hanno privilegiato l’uso del conteggio dei sintomi nella YFAS, in quanto produce più potere di individuare le relazioni in piccoli campioni, rispetto alla valutazione del danno clinico significativo.

Gli autori della revisione sottolineano anche che avere valutato la cosiddetta “dipendenza da cibo” solo con la YFAS introduce la possibilità di un argomento circolare. Alla domanda: “Perché questa persona è dipendente da cibo?”, la risposta è “Perché ha un punteggio elevato alla YFAS”. Ma la risposta alla domanda “Perché questa persona ha punteggio elevato alla YFAS?”, la risposta è “Perché è dipendente dal cibo”. Infine, sottolineano che definire la cosiddetta “dipendenza da cibo” con gli stessi criteri della dipendenza da sostanze è controverso perché, a differenza delle sostanze stupefacenti o del gioco d’azzardo, il cibo e il mangiare sono essenziali per la sopravvivenza degli esseri umani.

Gli autori inglesi concludono la loro revisione affermando che sono necessari studi controllati di grandi dimensioni eseguiti da autori indipendenti per considerare la “dipendenza da cibo” diversa da condizioni e tratti esistenti che descrivono l’alimentazione eccessiva e incontrollata e per giustificare la sua classificazione come un disturbo fenotipico distintivo.