CBT per i disturbi dell’alimentazione: l’impatto del cambiamento precoce della patologia alimentare sul cambiamento successivo delle caratteristiche patologiche di personalità, dell’ansia e della depressione

 

BRATa cura di Massimiliano Sartirana

Fonte: Hannah Turner, Emily Marshall, Francesca Wood, Lusia Stopa, Glenn Waller. CBT for eating disorders: The impact of early changes in eating pathology on later changes in personality pathology, anxiety and depression. Behaviour Research and Therapy (2015), doi: 10.1016/j.brat.2015.11.011.

 

 

Le ricerche sul trattamento dei disturbi dell’alimentazione hanno dimostrato che la riduzione della restrizione alimentare dopo quattro settimane è un importante predittore di esito del trattamento. Nessuno studio, però, ha esplorato l’impatto di questo miglioramento sulle caratteristiche comunemente osservate in comorbilità come le caratteristiche di personalità, l’ansia e la depressione.

Turner e colleghi hanno valutato l’effetto del miglioramento precoce in alcune espressioni della psicopatologia specifica del disturbo dell’alimentazione sulla psicopatologia generale (ansia e depressione) e sulle caratteristiche personalità in un campione transdiagnostico di 179 pazienti affetti da disturbo dell’alimentazione trattato con la terapia cognitivo comportamentale (CBT).

La psicopatologia specifica del disturbo dell’alimentazione è stata valutata con l’EDE (Eating Disorder Examination) e l’EDE-Q (Eating Disorder Examination), l’ansia e la depressione con l’HADS (Hospital Anxiety and Depression Scale Zigmond & Snaith, 1983) e le caratteristiche di personalità con il PBQ-SF (Personality Belief Questionnaire – Short Form; Butler et al., 2007). La valutazione è stata eseguita all’inizio e alla fine del trattamento, con l’eccezione dell’EDE-Q che è stato somministrato anche alla quarta settimana di trattamento.

La CBT ha determinato significativi miglioramenti negli atteggiamenti nei confronti dell’alimentazione e dell’Indice di Massa Corporea (IMC) dopo quattro settimane e di tutte le scale dei questionari HADS e PBQ-SF alla fine del trattamento.

I miglioramenti di alcune caratteristiche della psicopatologia specifica del disturbo dell’alimentazione (restrizione alimentare, preoccupazione per l’alimentazione, preoccupazione per il peso) dopo quattro settimane di CBT hanno predetto i miglioramenti delle caratteristiche di personalità borderline, paranoide, istrionica, ossessivo compulsiva e dipendente alla fine del trattamento.

I miglioramenti dell’IMC dopo quattro settimane di CBT non sono stati associati a miglioramenti delle caratteristiche della personalità, mentre i miglioramenti della preoccupazione per la forma del corpo sono stati associati a peggioramenti delle caratteristiche di personalità borderline e dipendente alla fine del trattamento. Una possibile spiegazione di questo ultimo risultato è che un precoce lavoro sull’immagine corporea distolga il terapeuta dal favorire buoni e duraturi cambiamenti nell’alimentazione compromettendo i cambiamenti a lungo termine delle caratteristiche problematiche di personalità.

Infine, il miglioramento della restrizione alimentare dopo quattro settimane di CBT è risultato essere il più importante predittore del miglioramento dell’ansia e della depressione alla fine del trattamento.

I risultati di questo studio hanno evidenti implicazioni cliniche, sottolineando l’importanza, come raccomandato dalla CBT-E (E= Enanched), di focalizzarsi inizialmente sulle procedure per migliorare i comportamenti alimentari piuttosto che sulla psicopatologia generale e sulle caratteristiche di personalità, perché la riduzione della restrizione alimentare e della preoccupazione per l’alimentazione dopo solo quattro settimane di CBT predicono un miglioramento significativo dell’ansia, della depressione e del funzionamento della personalità alla fine del trattamento.