Uno studio randomizzato e controllato di 3,0 mg di liraglutide nella gestione del peso

A cura di Riccardo Dalle Grave

Fonte: Pi-Sunyer X(1), Astrup A, Fujioka K, Greenway F, Halpern A, Krempf M, Lau DC, le Roux CW, Violante Ortiz R, Jensen CB, Wilding JP; SCALE Obesity and Prediabetes NN8022-1839 Study Group. A Randomized, Controlled Trial of 3.0 mg of Liraglutide in Weight Management. N Engl J Med. 2015 Jul 2;373(1):11-22.

La liraglutide (Saxenda) è un “agonista del recettore del GLP-1 (glucagone di tipo peptide-1), che è stato inizialmente autorizzato nell’Unione Europea a dosi inferiori (fino a 1,8 mg al giorno) con la denominazione Victoza per il trattamento del diabete di tipo 2. L’esatto meccanismo d’azione della liraglutide nella perdita di peso non è del tutto noto, ma si ritiene che il medicinale agisca sulle zone cerebrali che regolano l’appetito, legandosi ai recettori del GLP-1 presenti nelle cellule cerebrali. Ne conseguono un incremento della sensazione di sazietà e una diminuzione dei segnali della fame.

Uno studio di 56 settimane in doppio cieco condotto in 191 sedi di 27 Paesi in Europa, Nord America, Sud America, Asia, Africa e Australia e recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista New England Journal of Medicine, ha coinvolto 3.731 pazienti non diabetici con un indice di massa corporea (IMC) di almeno 30 o con un IMC di almeno 27 se avevano una dislipidemia o un’ipertensione trattata o non trattata. I pazienti sono stati assegnati in modo casuale in un rapporto 2: 1 a ricevere iniezioni sottocutanee una volta al giorno di liraglutide alla dose di 3,0 mg (2.487 pazienti) o placebo (1.244 pazienti); entrambi i gruppi hanno ricevuto una blanda consulenza sulla modifica dello stile di vita. Gli end-point co-primari erano la variazione del peso corporeo e la proporzioni di pazienti che hanno perso almeno il 5% e più del 10% del loro peso corporeo iniziale.

Al basale, la media (± DS) dell’età dei pazienti era di 45,1 ± 12,0 anni, il peso medio era 106,2 ± 21,4 kg, e l’IMC medio era 38,3 ± 6,4; il 78,5% dei pazienti erano donne e il 61,2% aveva una condizione di prediabete. Alla settimana 56, i pazienti nel gruppo allocati alla liraglutide avevano perso una media di 8,4 ± 7,3 kg di peso corporeo, mentre quelli nel gruppo allocato al placebo avevano perso una media di 2,8 ± 6,5 kg (una differenza di -5,6 kg, p <0.001, usando la last-observation-carried-forward imputation). Il 63,2% dei pazienti nel gruppo liraglutide rispetto al 27,1% nel gruppo placebo ha perso almeno il 5% del peso corporeo (p <0,001), e il 33,1% e il 10,6%, rispettivamente, ha perso più del 10% del loro peso corporeo (p <0.001).

La liraglutide, rispetto al placebo, ha anche determinato una riduzione significativamente maggiore dei fattori di rischio cardiovascolari come, per esempio, la circonferenza vita, la pressione arteriosa e i marker dell’infiammazione. Si è anche osservata una modesta riduzione dei livelli di lipidi e una maggiore riduzione della glicemia a digiuno e post-prandiale e una diminuzione della prevalenza del prediabete e dell’insorgenza di diabete di tipo 2. Infine, i pazienti assegnati alla liraglutide hanno ottenuto un miglioramento significativo della qualità della vita, in particolare della funzione fisica, rispetto al placebo.

Gli eventi avversi più frequentemente riportati con la liraglutide hanno riguardato soprattutto l’apparato gastrointestinale con il 40,2%, il 20,9%, il 20,0%, il 16,3% dei pazienti ha riportato sintomi lievi o moderati di nausea, diarrea, stipsi e vomito, rispettivamente. Da segnalare anche che nel gruppo trattato con liraglutide si è osservato un aumento della frequenza cardiaca rispetto al placebo, probabilmente per un effetto diretto cronotropo legato alla presenza di recettori GLP-1 nel nodo seno-atriale. Eventi gravi si sono verificati nel 6,2% dei pazienti nel gruppo liraglutide e nel 5,0% dei pazienti nel gruppo placebo.

In conclusione, lo studio dimostra che 3,0 mg al giorno di liraglutide, in aggiunta alla dieta e all’esercizio fisico, producono una maggiore perdita di peso e un miglior controllo metabolico, rispetto al placebo. Alcune domande di grande importanza clinica a cui il disegno dello studio non ha permesso di dare delle risposte riguardano l’aderenza del paziente a lungo termine a questo trattamento nel mondo reale, dove questo costoso farmaco sarà probabilmente a totale carico del paziente, gli effetti collaterali a lungo termine di una cura continuativa e gli effetti sul peso dopo la sua eventuale sospensione.