A cura di Riccardo Dalle Grave
La soppressione del peso, definita come la differenza tra il peso più alto e il peso attuale al raggiungimento della statura adulta, ha attratto l’interesse di numerosi ricercatori e clinici che si occupano dello studio e del trattamento dei disturbi dell’alimentazione.
Gli studi sulla soppressione del peso nel campo dei disturbi dell’alimentazione sono stati stimolati dai suoi effetti fisiologici (riduzione del dispendio energetico e alterazione dei segnali di fame e sazietà) e psicosociali (preoccupazione per l’alimentazione, irritabilità, sbalzi d’umore, isolamento sociale, ecc.) che, creando una pressione a tornare a un peso più elevato, possono contribuire al mantenimento della psicopatologia dei disturbi dell’alimentazione e ad ostacolare il trattamento .
La maggior parte delle ricerche sulla soppressione del peso è stata condotta in soggetti adulti affetti da bulimia nervosa. In sintesi, gli studi hanno trovato che una maggiore soppressione del peso è associata ad un aumento della psicopatologia dei disturbi dell’alimentazione, a una più elevata frequenza di episodi di abbuffata e di condotte purgative, all’aumento di peso durante il trattamento e a un tasso più elevato di interruzione del trattamento. Tuttavia, gli studi sul ruolo della soppressione del peso nel mantenimento degli episodi di abbuffata dopo il trattamento hanno fornito inconsistenti.
Il ruolo della soppressione del peso negli adulti con anoressia nervosa è stato poco studiato. Tuttavia, i dati disponibili suggeriscono che una maggiore soppressione del peso è associata ad un aumento della psicopatologia dei disturbi dell’alimentazione e a un aumento di peso più elevato e rapido durante il trattamento. Tuttavia, gli studi sull’impatto della soppressione del peso sulla probabilità di successo nel mantenimento del peso o sul tempo di ricaduta dopo il ripristino di un peso normale hanno prodotto risultati inconsistenti.
Pochissimi dati sono disponibili sul ruolo della soppressione del peso negli adolescenti con disturbi dell’alimentazione. Uno studio su un campione di una popolazione non clinica con anoressia nervosa ad esordio adolescenziale ha rilevato che una maggiore soppressione del peso al momento del peso più basso è associata a un indice di massa corporea (BMI) più elevato al follow-up di 6 e 10 anni. Al contrario, uno studio su 201 adolescenti con un disturbo dell’alimentazione restrittivo con ampio intervallo di BMI alla presentazione ha rilevato che una minore soppressione del peso al follow-up è associata a un outcome favorevole a un anno dall’inizio del trattamento basato sulla famiglia.
Il ruolo della soppressione del peso nella terapia cognitivo comportamentale per gli adolescenti con anoressia nervosa
Uno studio del mio gruppo di ricerca recentemente pubblicato sull’International Journal of Environmental Research and Public Health ha mirato a stabilire il ruolo della soppressione del peso durante lo sviluppo in una coorte di adolescenti con anoressia nervosa trattati con la terapia cognitivo comportamentale intensiva migliorata (CBT-E) presso l’Unità di Riabilitazione Nutrizionale della Casa di Cura Villa Garda.
128 pazienti adolescenti consecutivi con anoressia nervosa di età compresa tra 14 e 19 anni, che non hanno risposto a un precedente trattamento ambulatoriale, sono stati inclusi nello studio.
101 (94,4%) dei 107 pazienti che hanno completato il trattamento hanno raggiunto un “good BMI outcome” (cioè un percentile di BMI corrispondente a un BMI ≥18,5 kg/m2 di un adulto) e 75 (70,1%) una “risposta completa” (good BMI outcome e minima psicopatologia disturbo dell’alimentazione) alla fine della terapia. Tra i 78 pazienti che hanno completato il follow-up di 20 settimane, il 79,5% ha ottenuto un “good BMI outcome” e il 61,5% una “risposta completa”.
La soppressione del peso non è risultata correlata con l’interruzione del trattamento, il “good BMI outcome” e la “risposta completa” alla fine del trattamento e al follow-up di 20 settimane. Tuttavia, la soppressione del peso è risultata negativamente correlata con il BMI alla fine del trattamento e al follow-up. In altre parole, minore è la soppressione del peso al basale, migliore è il BMI outcome. Poiché una maggiore soppressione del peso potrebbe corrispondere a un BMI basale più basso e a un peso massimo più elevato, è possibile che l’associazione negativa osservata tra soppressione del peso e BMI alla fine del trattamento e al follow-up possa dipendere in parte dalle difficoltà dei pazienti adolescenti con anoressia nervosa nell’accettare il loro peso corporeo salutare naturale.
In conclusione, i dati di questo studio confermano che la CBT-E intensiva è efficace per i pazienti adolescenti con anoressia nervosa che hanno fallito un precedente trattamento ambulatoriale e indicano che la soppressione del peso è un predittore negativo del BMI outcome. La ricerca futura dovrebbe confermare questi risultati, che potenzialmente aprono la strada all’utilizzo di informazioni sulla soppressione del peso per perfezionare il trattamento e fissare obiettivi individualizzati nei pazienti adolescenti con anoressia nervosa.
Bibliografia
Calugi, S., Dalle Grave, A., Conti, M., Dametti, L., Chimini, M., & Dalle Grave, R. (2023). The role of weight suppression in intensive enhanced cognitive behavioral therapy for adolescents with anorexia nervosa: a longitudinal study. International Journal of Environmental Research and Public Health, 20(4), 3221. https://doi.org/10.3390/ijerph20043221
Gorrell, S., Reilly, E. E., Schaumberg, K., Anderson, L. M., & Donahue, J. M. (2019). Weight suppression and its relation to eating disorder and weight outcomes: a narrative review. Eating Disorders, 27(1), 52-81. doi:10.1080/10640266.2018.1499297
Lowe, M. R., Piers, A. D., & Benson, L. (2018). Weight suppression in eating disorders: a research and conceptual update. Current Psychiatry Reports, 20(10), 80. doi:10.1007/s11920-018-0955-2
Soppressione del peso negli adolescenti con anoressia nervosa: Il suo ruolo nell’influenzare l’esito del trattamento
A cura di Riccardo Dalle Grave
La soppressione del peso, definita come la differenza tra il peso più alto e il peso attuale al raggiungimento della statura adulta, ha attratto l’interesse di numerosi ricercatori e clinici che si occupano dello studio e del trattamento dei disturbi dell’alimentazione.
Gli studi sulla soppressione del peso nel campo dei disturbi dell’alimentazione sono stati stimolati dai suoi effetti fisiologici (riduzione del dispendio energetico e alterazione dei segnali di fame e sazietà) e psicosociali (preoccupazione per l’alimentazione, irritabilità, sbalzi d’umore, isolamento sociale, ecc.) che, creando una pressione a tornare a un peso più elevato, possono contribuire al mantenimento della psicopatologia dei disturbi dell’alimentazione e ad ostacolare il trattamento .
La maggior parte delle ricerche sulla soppressione del peso è stata condotta in soggetti adulti affetti da bulimia nervosa. In sintesi, gli studi hanno trovato che una maggiore soppressione del peso è associata ad un aumento della psicopatologia dei disturbi dell’alimentazione, a una più elevata frequenza di episodi di abbuffata e di condotte purgative, all’aumento di peso durante il trattamento e a un tasso più elevato di interruzione del trattamento. Tuttavia, gli studi sul ruolo della soppressione del peso nel mantenimento degli episodi di abbuffata dopo il trattamento hanno fornito inconsistenti.
Il ruolo della soppressione del peso negli adulti con anoressia nervosa è stato poco studiato. Tuttavia, i dati disponibili suggeriscono che una maggiore soppressione del peso è associata ad un aumento della psicopatologia dei disturbi dell’alimentazione e a un aumento di peso più elevato e rapido durante il trattamento. Tuttavia, gli studi sull’impatto della soppressione del peso sulla probabilità di successo nel mantenimento del peso o sul tempo di ricaduta dopo il ripristino di un peso normale hanno prodotto risultati inconsistenti.
Pochissimi dati sono disponibili sul ruolo della soppressione del peso negli adolescenti con disturbi dell’alimentazione. Uno studio su un campione di una popolazione non clinica con anoressia nervosa ad esordio adolescenziale ha rilevato che una maggiore soppressione del peso al momento del peso più basso è associata a un indice di massa corporea (BMI) più elevato al follow-up di 6 e 10 anni. Al contrario, uno studio su 201 adolescenti con un disturbo dell’alimentazione restrittivo con ampio intervallo di BMI alla presentazione ha rilevato che una minore soppressione del peso al follow-up è associata a un outcome favorevole a un anno dall’inizio del trattamento basato sulla famiglia.
Il ruolo della soppressione del peso nella terapia cognitivo comportamentale per gli adolescenti con anoressia nervosa
Uno studio del mio gruppo di ricerca recentemente pubblicato sull’International Journal of Environmental Research and Public Health ha mirato a stabilire il ruolo della soppressione del peso durante lo sviluppo in una coorte di adolescenti con anoressia nervosa trattati con la terapia cognitivo comportamentale intensiva migliorata (CBT-E) presso l’Unità di Riabilitazione Nutrizionale della Casa di Cura Villa Garda.
128 pazienti adolescenti consecutivi con anoressia nervosa di età compresa tra 14 e 19 anni, che non hanno risposto a un precedente trattamento ambulatoriale, sono stati inclusi nello studio.
101 (94,4%) dei 107 pazienti che hanno completato il trattamento hanno raggiunto un “good BMI outcome” (cioè un percentile di BMI corrispondente a un BMI ≥18,5 kg/m2 di un adulto) e 75 (70,1%) una “risposta completa” (good BMI outcome e minima psicopatologia disturbo dell’alimentazione) alla fine della terapia. Tra i 78 pazienti che hanno completato il follow-up di 20 settimane, il 79,5% ha ottenuto un “good BMI outcome” e il 61,5% una “risposta completa”.
La soppressione del peso non è risultata correlata con l’interruzione del trattamento, il “good BMI outcome” e la “risposta completa” alla fine del trattamento e al follow-up di 20 settimane. Tuttavia, la soppressione del peso è risultata negativamente correlata con il BMI alla fine del trattamento e al follow-up. In altre parole, minore è la soppressione del peso al basale, migliore è il BMI outcome. Poiché una maggiore soppressione del peso potrebbe corrispondere a un BMI basale più basso e a un peso massimo più elevato, è possibile che l’associazione negativa osservata tra soppressione del peso e BMI alla fine del trattamento e al follow-up possa dipendere in parte dalle difficoltà dei pazienti adolescenti con anoressia nervosa nell’accettare il loro peso corporeo salutare naturale.
In conclusione, i dati di questo studio confermano che la CBT-E intensiva è efficace per i pazienti adolescenti con anoressia nervosa che hanno fallito un precedente trattamento ambulatoriale e indicano che la soppressione del peso è un predittore negativo del BMI outcome. La ricerca futura dovrebbe confermare questi risultati, che potenzialmente aprono la strada all’utilizzo di informazioni sulla soppressione del peso per perfezionare il trattamento e fissare obiettivi individualizzati nei pazienti adolescenti con anoressia nervosa.
Bibliografia
Calugi, S., Dalle Grave, A., Conti, M., Dametti, L., Chimini, M., & Dalle Grave, R. (2023). The role of weight suppression in intensive enhanced cognitive behavioral therapy for adolescents with anorexia nervosa: a longitudinal study. International Journal of Environmental Research and Public Health, 20(4), 3221. https://doi.org/10.3390/ijerph20043221
Gorrell, S., Reilly, E. E., Schaumberg, K., Anderson, L. M., & Donahue, J. M. (2019). Weight suppression and its relation to eating disorder and weight outcomes: a narrative review. Eating Disorders, 27(1), 52-81. doi:10.1080/10640266.2018.1499297
Lowe, M. R., Piers, A. D., & Benson, L. (2018). Weight suppression in eating disorders: a research and conceptual update. Current Psychiatry Reports, 20(10), 80. doi:10.1007/s11920-018-0955-2