Quali sono le cause dei disturbi dell’alimentazione?

Riccardo Dalle Grave

Le informazioni fornite dai media e da alcuni pseudo esperti sulle cause dei disturbi dell’alimentazione sono spesso scorrette e prive di una solida base scientifica.

Domande che spesso mi sono fatte dai pazienti, dai loro familiari e da alcuni colleghi sono: “È un problema che nasce da un cattivo rapporto con i genitori o con la mamma?”, “È dovuto alla pressione sulla magrezza esercitata dai media e dal mondo della moda?”; “È una scelta personale o una malattia?”; “È una richiesta di aiuto o una protesta?”. Non c’è una risposta semplice a queste domande.

La realtà è che non conosciamo le cause dei disturbi dell’alimentazione perché ci sono molte sfide metodologiche che non sono ancora state vinte. I disturbi dell’alimentazione, infatti, sono difficili da individuare e da diagnosticare, sono usate delle definizioni diagnostiche inconsistenti, le persone che richiedono un trattamento non sono rappresentative e non ci sono dei fenotipi ovvi da studiare. Per esempio, ci sono delle forme di anoressia nervosa che vanno in remissione in un breve lasso di tempo e altre che durano tutta la vita, altre ancora che si trasformano in disturbi dell’alimentazione diversi, ma questi casi sono messi in un unico gruppo quando si studiano le cause dell’anoressia nervosa. Inoltre, il problema della comorbilità è spesso trascurato, anche se sembra esistere una relazione tra disturbi dell’alimentazione e depressione.

I dati a nostra disposizione indicano che la familiarità gioca un certo ruolo nello sviluppo di questi disturbi. Nei familiari di primo grado c’è, infatti, un rischio aumentato di 10 volte di sviluppare i disturbi dell’alimentazione. Inoltre, gli studi sui gemelli suggeriscono che l’ereditarietà contribuisce per il 40-60% allo sviluppo di questi disturbi. Recentemente sono stati anche identificati con lo studio di associazione genome-wide (GWAS) otto loci genetici significativi per l’anoressia nervosa che si correlano con alcuni disturbi mentali e tratti metabolici (un dato che va comunque confermato in campioni più ampi). Nessuno studio GWAS è stato fino ad ora eseguito nella bulimia nervosa e negli altri disturbi dell’alimentazione.

Lo studio dei fattori ambientali, che contribuiscono per il 40-60% allo sviluppo dei disturbi dell’alimentazione, è stato eseguito con studi caso-controllo (retrospettivi) e studi di coorte (prospettici) che hanno indagato, rispettivamente, l’esposizione ad alcuni fattori ambientali dopo o prima lo sviluppo dei disturbi dell’alimentazione. Entrambi questi studi, purtroppo, hanno dei limiti difficili da superare. Negli studi retrospettivi le persone spesso non ricordano gli eventi e a volte è difficile distinguere se una caratteristica era presente prima dello sviluppo del disturbo o è una sua conseguenza.  In quelli prospettici, che richiedono la valutazione di un grande numero di persone, i dati sono raccolti con questionari non con interviste (in questi casi esiste incertezza sull’accuratezza delle risposte fornite) e molti partecipanti, in particolare quelli che poi sviluppano l’anoressia nervosa che tendono ad evitare le valutazioni, sono persi nel corso dello studio.

Comunque, pur con i loro limiti, gli studi sui fattori ambientali hanno identificato due classi fattori di rischio potenziali (vedi Tabella 2): (i) fattori di rischio specifici per i disturbi dell’alimentazione (cioè quelli osservati solo nei disturbi dell’alimentazione); (ii) fattori di rischio generici per i disturbi mentali (cioè quelli presenti anche in altri disturbi mentali).

Tabella 2. Alcuni fattori di rischio potenziali dei disturbi dell’alimentazione emersi da studi retrospettivi e prospettici

AN BN BED MENT
Esperienze avverse nell’infanzia ++ +++ ++ ++
Depressione nei genitori + ++ + +
Abuso di sostanze nei genitori ++
Basso peso nell’infanzia +++
Fattori di vulnerabilità alla dieta +++ +
 – Obesità nell’infanzia +++ +++
 – Obesità nei genitori +++ +++
– Interiorizzazione dell’ideale di magrezza ++ +
– Insoddisfazione corporea ++ ++
– Prese in giro per il peso e la forma del corpo ++ ++
Perfezionismo +++ +
Bassa autostima +++ +++ + ++
Emozioni negative + ++ ++ +

AN = anoressia nervosa; BN = bulimia nervosa; BED = disturbo da binge-eating; MENT = disturbi mentali diversi dai disturbi dell’alimentazione

N.B. I fattori di rischio presenti solo nei disturbi dell’alimentazione sono definiti “specifici”, mentre quelli presenti anche in atri disturbi mentali sono definiti “generici”

Studi recenti, hanno anche trovato delle associazioni tra complicanze ostetriche, infezioni materne prenatali, infezioni trattate in ospedale e trattamenti antibiotici nell’infanzia (in particolare nei primi 3 mesi) e sviluppo dei disturbi dell’alimentazione. Queste osservazioni hanno fatto ipotizzare il possibile ruolo di processi epigenetici (cioè fattori ambientali che influenzano l’espressione genetica producendo delle modificazioni del DNA) perché questi si verificano soprattutto nel periodo prenatale e nei primi mesi di vita.  È possibile, comunque, che processi epigenetici si verifichino anche nel periodo peri-puberale in risposta allo stress e all’introito di cibo.

Infine, studi sugli immigrati nei Paesi occidentali hanno evidenziato un aumento dello sviluppo dei disturbi dell’alimentazione a partire solo dalla seconda generazione: un’osservazione che fornisce ulteriore supporto al ruolo dei fattori sociali nello sviluppo dei disturbi dell’alimentazione che sono soprattutto presenti nei Paesi occidentali e in quelli influenzati dalla cultura occidentale.

In conclusione, nonostante i numerosi studi eseguiti, non conosciamo ancora le cause dei disturbi dell’alimentazione e, sebbene i dati a disposizione sembrino indicare che derivino dall’interazione di fattori genetici e ambientali, non sappiamo ancora nulla sui processi causali individuali coinvolti e su come i fattori genetici interagiscono con quelli ambientali.

Poiché la conoscenza delle cause è necessaria per attuare interventi di prevenzione efficaci e può aiutare a migliorare l’efficacia del trattamento, con potenziali riduzioni dei costi socio-sanitari, è auspicabile che in futuro siano dedicate più risorse economiche alla ricerca scientifica che indaga le cause dei disturbi dell’alimentazione.

Referenze

Allen, & Schmidt. (2017). Risck factors for eating disorders. In K. D. Brownell & B. T. Walsh (Eds.), Eating disorders and obesity (pp. 254-259). New York: Guilford Press.

Watson, Yilmaz, Thornton, Hübel, Coleman, Gaspar, . . . Bulik. (2019). Genome-wide association study identifies eight risk loci and implicates metabo-psychiatric origins for anorexia nervosa. Nature Genetics. doi:10.1038/s41588-019-0439-2