Riccardo Dalle Grave
Il basso è un criterio diagnostico chiave dell’anoressia nervosa, ma può anche essere presente in altri disturbi dell’alimentazione di gravità clinica come il disturbo evitante/restrittivo e dell’assunzione di cibo.
Gli effetti del sottopeso sono stati studiati negli esseri umani dall’Human Starvation Study (anche conosciuto come Minnesota Starvation Study). Lo studio ha avuto particolare rilevanza per comprendere i disturbi dell’alimentazione perché molti sintomi fisici, ma soprattutto psicologici e sociali, osservati nei volontari sani sono simili a quelli sperimentati dalle persone affette da anoressia nervosa.
In sintesi, sono almeno cinque motivi che spiegano perché́ è necessario affrontare direttamente il basso peso nel trattamento dei disturbi dell’alimentazione (vedi Figura).
- Molti effetti negativi riportati dai pazienti in conseguenza del disturbo dell’alimentazione sono in realtà la conseguenza del basso peso. Esempi sono gli sbalzi del tono dell’umore frequenti, l’irritabilità, l’isolamento sociale, i disturbi del sonno, l’intolleranza al freddo, il senso di pienezza precoce, la diminuzione dell’interesse sessuale e la stanchezza.
- La personalità delle persone affette da disturbi dell’alimentazione con un basso peso è simile a quella dei volontari sani del Minnesota Study ed è caratterizzata da rigidità, ossessività, tendenza alla procrastinazione ritiro sociale, insicurezza e instabilità emotiva. Per tale motivo è raccomandabile estrema cautela nel valutare la personalità dei pazienti quando hanno una condizione di basso peso, perché la loro “vera” personalità emergerà solo dopo la normalizzazione del peso.
- Il basso peso determina gravi danni alla salute (per es. osteoporosi, aritmie cardiache) e in taluni casi può portare alla morte.
- Il basso peso contribuisce a mantenere il disturbo dell’alimentazione attraverso vari meccanismi (vedi Figura).
- Gli effetti del basso peso scompaiono con la normalizzazione del peso.
La conoscenza dei drammatici effetti fisici e psicosociali del basso peso e del loro ruolo centrale nel mantenere la psicopatologia dei disturbi dell’alimentazione ha portato a raccomandare di associare “sempre” all’intervento psicologico la riabilitazione nutrizionale nel trattamento dell’anoressia nervosa e dei disturbi dell’alimentazione caratterizzati da una condizione di basso peso.

Figura. Alcuni meccanismi attraverso cui il basso peso mantiente is diturbo dell’alinentazione
a = Il raggiungimento di un basso peso si associa a un senso di realizzazione.
b = Il ridotto consumo di energia che si verifica con il basso beso aumenta la necessità di restringere l’alimentazione.
c = La sensazione di pienezza dovuta a un rallentato svuotamento gastrico che si verifica in conseguenza del basso peso accentua le regole dietetiche estreme e rigide.
d = L’ossessione per il cibo seocondaria al basso peso accentua le regole dietetiche estreme e rigide.
e = L’isolamento sociale marginalizza la vita e accentua l’eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo.
Referenze
Dalle Grave R, Pasqualoni E, Marchesini G (2011). Symptoms of starvation in eating disorder patients. In: Preedy VR (ed) Handbook of Behavior, Food and Nutrition. Springer Science+Business Media, New York, pp 2259-2269. doi:DOI 10.1007/978-0-387-92271-3_143
Dalle Grave R (2016). Come vincere i disturbi dell’alimentazione. Un programma basato sulla terapia cognitivo comportamentale. Seconda Edizione. Positive Press, Verona.
Perché è sempre necessario affrontare il basso peso nel trattamento dei disturbi dell’alimentazione
Riccardo Dalle Grave
Il basso è un criterio diagnostico chiave dell’anoressia nervosa, ma può anche essere presente in altri disturbi dell’alimentazione di gravità clinica come il disturbo evitante/restrittivo e dell’assunzione di cibo.
Gli effetti del sottopeso sono stati studiati negli esseri umani dall’Human Starvation Study (anche conosciuto come Minnesota Starvation Study). Lo studio ha avuto particolare rilevanza per comprendere i disturbi dell’alimentazione perché molti sintomi fisici, ma soprattutto psicologici e sociali, osservati nei volontari sani sono simili a quelli sperimentati dalle persone affette da anoressia nervosa.
In sintesi, sono almeno cinque motivi che spiegano perché́ è necessario affrontare direttamente il basso peso nel trattamento dei disturbi dell’alimentazione (vedi Figura).
La conoscenza dei drammatici effetti fisici e psicosociali del basso peso e del loro ruolo centrale nel mantenere la psicopatologia dei disturbi dell’alimentazione ha portato a raccomandare di associare “sempre” all’intervento psicologico la riabilitazione nutrizionale nel trattamento dell’anoressia nervosa e dei disturbi dell’alimentazione caratterizzati da una condizione di basso peso.
Figura. Alcuni meccanismi attraverso cui il basso peso mantiente is diturbo dell’alinentazione
a = Il raggiungimento di un basso peso si associa a un senso di realizzazione.
b = Il ridotto consumo di energia che si verifica con il basso beso aumenta la necessità di restringere l’alimentazione.
c = La sensazione di pienezza dovuta a un rallentato svuotamento gastrico che si verifica in conseguenza del basso peso accentua le regole dietetiche estreme e rigide.
d = L’ossessione per il cibo seocondaria al basso peso accentua le regole dietetiche estreme e rigide.
e = L’isolamento sociale marginalizza la vita e accentua l’eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo.
Referenze
Dalle Grave R, Pasqualoni E, Marchesini G (2011). Symptoms of starvation in eating disorder patients. In: Preedy VR (ed) Handbook of Behavior, Food and Nutrition. Springer Science+Business Media, New York, pp 2259-2269. doi:DOI 10.1007/978-0-387-92271-3_143
Dalle Grave R (2016). Come vincere i disturbi dell’alimentazione. Un programma basato sulla terapia cognitivo comportamentale. Seconda Edizione. Positive Press, Verona.