Eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo e adozione di comportamenti di controllo del peso non di compenso nei disturbi dell’alimentazione: esiste una relazione reciproca?

a cura di Massimiliano Sartirana e Riccardo Dalle Grave

Fonte: N. Tabri, H. B. Murray, J. J. Thomas, D. L. Franko, D. B. Herzog and K. T. Eddy. Overvaluation of body shape/weight and engagement in non-compensatory weight-control behaviors in eating disorders: is there a reciprocal relationship? Psychological Medicine, 2015 May 21:1-8.

Di seguito riportiamo la sintesi di un articolo i cui autori si sono posti come obiettivo quello di esaminare la relazione temporale tra l’eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo e il coinvolgimento attivo in comportamenti di controllo del peso non di compenso, cioè restrizione alimentare ed esercizio fisico compulsivo, in donne con diagnosi di anoressia nervosa (AN) e bulimia nervosa (BN).

Lo studio ha incluso 246 donne che hanno richiesto un trattamento nel servizio ambulatoriale dell’area di Boston e avevano dato il loro consenso a partecipare ad uno studio longitudinale sull’AN e sulla BN, iniziato nel 1987 e terminato nel 2013. La suddivisione delle diagnosi,  riviste secondo i criteri del DSM-IV, sono state le seguenti: AN sottotipo con restrizioni (N=51), AN sottotipo con episodi bulimici e comportamenti di compenso (N=85), BN (N=110).

Per monitorare i sintomi e i comportamenti nel tempo è stata utilizzata la “Longitudinal Interval Follow-Up Evaluation” (LIFE-EAT II), un’intervista semistrutturata condotta da un valutatore esperto che è stata eseguita a intervalli regolari (6-12 mesi) per oltre 12 anni. Al fine di chiarire meglio la relazione tra eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo e comportamenti non di compenso, gli autori hanno distinto l’eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo da una misurazione composita di due tipi di preoccupazioni per il peso e la forma del corpo: la sensazione di essere grasso e la paura per il grasso corporeo.

Le analisi statistiche hanno evidenziato che i soggetti con un’eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo in una data settimana erano più propensi a impegnarsi in comportamenti di restrizione alimentare ed esercizio fisico compulsivo nella settimana successiva, indipendentemente dalle preoccupazioni per il peso e la forma del corpo, dalla restrizione alimentare e dall’esercizio fisico compulsivo della settimana precedente e dalla diagnosi iniziale. Altrettanto si è evidenziato per la relazione inversa ovvero tra la restrizione alimentare e l’esercizio fisico compulsivo in una data settimana e l’eccessiva valutazione nella settimana seguente, sempre in modo indipendente rispetto alle preoccupazioni per il peso e la forma del corpo e al tipo di diagnosi.

L’analisi statistica ha inoltre evidenziato una relazione reciproca tra preoccupazioni per il peso e la forma del corpo in una data settimana e la restrizione alimentare in quella successiva e non, invece, con l’esercizio fisico compulsivo. Tale relazione reciproca era indipendente dall’eccessiva valutazione, dalle preoccupazioni per il peso e la forma del corpo, dai comportamenti di restrizione alimentare ed esercizio fisico compulsivo della settimana precedente e anche dalla diagnosi iniziale.

Commento

Questo studio è importante  perché conferma il modello teorico cognitivo comportamentale transdiagnostico postulato da Fairburn e colleghi dimostrando che i comportamenti di controllo del peso non di compenso rinforzano l’eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo attraverso un incremento degli episodi bulimici e/o mantenendo il basso peso. Questo studio è tanto più importante perchè è il primo in letteratura che abbia dimostrato questa relazione, sebbene in precedenza uno studio di Dalle Grave e colleghi abbia dimostrato che il maggior tempo trascorso in un comportamento di esercizio fisico eccessivo e compulsivo prima del trattamento era associato a punteggi più elevati in una misurazione composita dell’eccessiva valutazione e delle preoccupazioni per il peso e la forma del corpo.

Lo studio offre anche un contributo alla letteratura per quanto riguarda la relazione tra eccessiva valutazione e preoccupazioni per il peso e la forma del corpo, una distinzione che è spesso concettualmente equivoca. Infatti, la relazione reciproca tra preoccupazioni per il peso e la forma del corpo e restrizione alimentare indipendente dalle altre dimensioni dimostra un ruolo indipendente delle preoccupazioni per il peso e la forma del corpo nel mantenere la restrizione alimentare oltre e al di là dell’eccessiva valutazione per il peso e la forma del corpo. In realtà questo risultato conferma sia lo studio di Keys sugli effetti della malnutrizione, dove si è evidenziato che la restrizione alimentare in soggetti sani senza disturbo dell’alimentazione aumenta le preoccupazioni per il cibo e l’alimentazione, sia quello di Shafran e colleghi e successivamente di Dalle Grave e colleghi sull’interpretazione dei sintomi della malnutrizione in soggetti con disturbo dell’alimentazione che hanno evidenziato come i sintomi della malnutrizione siano interpretati coma la necessità di aumentare il controllo sull’alimentazione, sul peso e sulla forma del corpo.

I risultati di questo studio hanno evidenti implicazioni cliniche visto che confermano la necessità di affrontare i comportamenti di controllo del peso non di compenso per ridurre l’eccessiva valutazione e le preoccupazioni per il peso e la forma del corpo, come in effetti è previsto dalla CBT-E e dai risultati sulla sua efficacia.

Lo studio oltre ai meriti descritti sopra presenta però dei limiti. Il primo è che i risultati sono stati ottenuti su un campione di donne con disturbo dell’alimentazione che hanno richiesto un trattamento e quindi non sono generalizzabili a donne con disturbo dell’alimentazione che non richiedono un trattamento. Un potenziale limite è che l’identificazione dei sintomi e dei comportamenti del disturbo dell’alimentazione è stata eseguita retrospettivamente e che non è stato studiato il ruolo dei comportamenti eliminativi di compenso (per esempio il vomito autoindotto e l’uso improprio di lassativi e diuretici). Per avere una completa conferma del modello cognitivo comportamentale transdiagnostico, la ricerca futura dovrebbe indagare anche la relazione che questi comportamenti hanno con l’eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo. Infine, gli autori hanno utilizzato per valutare ogni costrutto misure ad item singolo dalla LIFE-EAT II e per questo non sono stati in grado di usare variabili latenti per esaminare la validità di costrutto delle loro misurazioni.

In conclusione i risultati dello studio suggeriscono che affrontare i comportamenti di controllo del peso non di compenso durante il trattamento può essere determinante per aiutare ad alleviare sia l’eccessiva valutazione sia le preoccupazioni per il peso e la forma del corpo